Una serata di primavera con le Sbarbatelle al MaWay di Ancona: Un viaggio tra sapori, storie e passioni del vino
AIS Marche in una serata di primavera con le Sbarbatelle al MaWay di Ancona: Un viaggio tra sapori, storie e passioni del vino
L'inizio di primavera ha portato una serata speciale al MaWay, uno dei luoghi più suggestivi di Ancona, dove si è celebrata l'unione tra donne, vino e alta gastronomia. L'occasione? Un evento organizzato da Associazione Italiana Sommelier Marche, che ha visto protagoniste le Sbarbatelle, otto giovani imprenditrici vitivinicole, insieme allo chef Walter Borsini, per un'esperienza unica all'insegna dei calici e dei piatti d'autore. La serata, arricchita da otto vini e altrettanti piatti preparati con maestria, è stata condotta dal presidente di AIS Marche Stefano Isidori, con la collaborazione del delegato AIS di Ancona, Daniele Sordoni.
Il nome "Sbarbatelle" evoca un movimento che nasce nel 2017 nel Monferrato, grazie a un'intuizione di Paolo Poncino, con il supporto di AIS Asti e AIS Piemonte. Nel giro di poco tempo, questo evento - degustazione è diventato un'associazione che, a giugno 2024, conta oltre 200 donne vitivinicole under 40 provenienti da tutta Italia. L'associazione è stata pensata per creare uno spazio di crescita professionale e personale, dove condividere esperienze, problematiche e successi. Come ci raccontano le Sbarbatelle del direttivo, Marianna Velenosi, Virginia Lo Rizzo e Arianna Placidi, alcune di loro provengono da aziende di prima generazione, altre sono attive in storiche realtà vinicole.
La serata ha preso il via con il primo vino in degustazione, lo Spumante Metodo Classico Blanc de Blancs Extra Brut 100% Pecorino, prodotto dalla giovane Letizia Cossignani. Un'emozionante storia di sfida e passione che parte dalla Val Menocchia, una zona del Piceno bistrattata ma dalle grandi potenzialità. Dopo una breve esperienza in Champagne, Letizia e suo fratello Edoardo hanno deciso di affrontare il cambiamento climatico e puntare tutto sulla produzione di spumanti Metodo Classico. La loro Réserve perpétuelle è un omaggio alla pazienza e alla ricerca della perfezione, con una complessità straordinaria e un'acidità esuberante.
Il secondo calice ha visto protagonista Arianna Placidi, con il suo Grechetto 2023 "Bismillah". Questo vino, ispirato da una delle canzoni più iconiche dei Queen, rappresenta il frutto della sua passione per l'enologia e della sua esperienza nelle cantine. Un vino che, seppur inizialmente timido nei profumi, si rivela in tutta la sua sapidità e potenza, con un colore paglierino brillante e una struttura avvolgente.
Ginevra Coppacchioli ha portato il suo "Primo di Cupi 2022", un pecorino arcaico proveniente da una zona unica, a 1000 metri di altitudine nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Questo vino, un 100% Vissanello, sorprende per la sua longevità e una caratteristica sapidità che lo rende particolarmente interessante.
Beatrice Gaudio ha rappresentato il Piemonte con il suo "Bricco Mondalino", un Grignolino del Monferrato Casalese Doc 2022. Questo vino, un mix perfetto tra acidità e tannino, si distingue per i suoi sentori di ciliegia, ribes nero e spezie, senza l'influenza del legno.
Giusy Marconi ha portato il suo Nonaluna 2019, un blend di Lacrima e Petit Verdot, prodotto nella sua cantina di San Marcello, nelle Marche. Questo vino, che esce solo nelle migliori annate, rappresenta la storia della sua famiglia e della tradizione vitivinicola marchigiana.
Virginia Lo Rizzo ha proposto un Etna Rosso 2020, "I Turrizzi". Un vino proveniente dalla vigna a Castiglione di Sicilia, un luogo che ha rubato il cuore del nonno di Virginia, che l'ha presa in affitto. Il Nerello Mascalese, allevato ad alberello, conferisce al vino una profondità e una eleganza straordinarie, con sentori di frutti rossi e macchia mediterranea.
Marianna Velenosi ha chiuso il ciclo dei calici con il "Roggio del Filare", un Rosso Piceno Superiore DOC, nato per volere di sua madre Angela e frutto della tradizione di famiglia. Un vino intenso, con un colore rubino luminoso e riflessi violacei, che rappresenta il cuore della viticoltura marchigiana.
La serata si è conclusa con una vera e propria chicca: il Malanotte del Piave di Silvia Marcon, una giovane produttrice che ha portato in degustazione un rosso dal colore rubino vivace con riflessi violacei. Con il suo bouquet di marasca, mora, mirtillo, menta ed eucalipto, questo vino ha rappresentato l'essenza della DOCG Malanotte del Piave. Il saluto finale è stato un piatto di carbonara servito dallo chef, un momento di convivialità che ha chiuso in bellezza un evento memorabile.
Un ringraziamento da AIS Marche alle Sbarbatele per aver reso possibile questa serata unica, dove passione, professionalità e amore per il vino si sono incontrati per raccontare storie di impegno e dedizione delle donne vitivinicole italiane.